Piccola guida alla Valtaro

Nessun luogo è facile o scontato, si tratta sempre di storie intrecciate, geografie impastate nel tempo. Per viaggiare bisogna capire, e per capire, inevitabilmente, conoscere. Ho avuto la fortuna di passare due giorni in Alta Valtaro e concentrare una quantità di esperienze memorabili, dove, appunto, sono state più di tutto le storie, le persone a elevare il viaggio e non farlo diventare un semplice ricordo, una bandierina sulla mappa.
La Valtaro è un’area decisamente vicina alla mia Parma, dista poco più di un’ora di macchina ed è anche non lontana dal mare, di cui si respira l’aria.

Brunelli

Ma facciamo un riassunto geografico. La Valtaro si estende sotto al fiume Taro, tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria. I comuni sono cinque: Albareto, Compiano, Bedonia, Tornolo e, naturalmente, Borgotaro che, tra tutti, è il più grande e popoloso. Una piccola cittadina che non toglie nulla però agli altri paesi, visto che le attività proposte e le meraviglie da visitare in tutta l’area non mancano.

Il nostro viaggio è iniziato e si è concluso a Borgotaro, “il Borgo”, come viene chiamato e riconosciuto. Qui si respira un’aria cordiale e, inaspettatamente, internazionale. Non scherzo, ho parlato in inglese per due giorni. Moltissimi anni fa tanti hanno lasciato queste valli per cercare lavoro all’estero, soprattutto in America e in Inghilterra; il legame però è rimasto molto forte ed è stato tramandato di generazione in generazione, così, ancora oggi, parecchi tornano per ripercorrere le tracce della propria famiglia e trascorrere l’estate tra i borghi e le valli verdissime. Personalmente, penso che sia una cosa davvero romantica, ma anche importante perché garantisce un afflusso turistico non indifferente. Anche se, e questo è un dispiacere, sono più gli stranieri ad apprezzare la Valtaro. Che peccato, sono posti, questi, in cui è una gioia fermarsi e restituire al tempo il suo valore, assaggiando oltretutto prodotti locali di grande qualità.

Amor di Steckli
Torta d'erbe
Borgo in Tavola

FOOD

E da qui parto a suggerirvi specialità e ristoranti. Avete mai assaggiato gli Amor? Gli Amor sono piccoli dolci tipici di Borgotaro e di Pontremoli. I fratelli Steckli, negli anni Venti dalla Svizzera sono arrivati nei due paesi, dove hanno aperto due pasticcerie specializzate proprio nella produzione degli Amor. Oggi, a Borgotaro, la tradizione viene portata avanti e la pasticceria Steckli continua a sfornare con orgoglio migliaia di Amor ogni anno rispettando la ricetta originale, rigorosamente segreta. Si tratta di due biscotti wafer (prodotti appositamente da Loacker) al cui interno è racchiusa una crema di burro e granella di nocciole. Piccola curiosità: Giovanni, il proprietario della pasticceria, è un grandissimo esperto di vini, quindi, oltre agli Amor, potrete degustare vini di qualità, magari in abbinamento con questi dolcetti.

Valtaro però chiama anche prelibatezze salate e io ho assaggiato con grande felicità la meravigliosa torta d’erbe della bottega Borgo in Tavola (riconoscerete il negozio ancora prima di arrivare, l’allestimento esterno è qualcosa di meraviglioso e indescrivibile, mentre l’interno è minuscolo e felliniano). Dimenticatevi dell’erbazzone, non c’entra niente; si tratta di una torta salata a base di sfoglia, bietole, parmigiano rigorosamente 36 mesi, olio EVO e un pizzico di sale. Indimenticabile anche la Baciocca, che non vedevo l’ora di provare anche solo per il nome simpatico. Si tratta in realtà di una torta della tradizione di Tarsogno e Santa Maria del Taro (paesi nei pressi di Tornolo), è un piatto casalingo e “povero” a base di patate tagliate molto sottili, cipolla e ricotta e vale davvero la pena di essere assaggiato. Se passate da Borgotaro l’unica bottega dove troverete la Baciocca è Le bontà di Camisa, che è, tra l’altro, esattamente di fronte a Steckli, nel caso foste indecisi tra dolce e salato…

Chef Fabio Ristorante Al Fondo - Borgotaro
Tortelli al pesto - Ristorante Al Fondo
Crostini alla trota - Il Cielo di Strela
Il Cielo di Strela
Salumi - Il cielo di Strela

Se dopo questo inizio gourmet vi è venuto il sospetto che in Valtaro si mangi tanto e anche bene, ve ne do definitiva conferma consigliandovi il ristorante dove ho pranzato. Si chiama Al Fondo ed è nel cuore di Borgotaro, d’estate si mangia fuori, all’ombra, si sta bene. È gestito da Michela, simpaticissima, ha vissuto tanti anni negli Stati Uniti e si vede, ci sa fare. In cucina invece c’è suo marito, Fabio, che prepara con mani d’oro dei tortelli veramente buonissimi, con la pasta spessa e gialla, come piace a me. Io ho provato i tortelli ripieni di burrata e conditi con pesto (senza aglio, in compenso i pinoli si sentono che è una meraviglia) e pomodorini. Una poesia. La buona notizia per i parmigiani più pigri è che da qualche mese in via Nazario Sauro, proprio in centro città, ha aperto Tortelli&co. Si tratta di una bottega minuscola gestita da Serena, la figlia di Michela e ogni giorno lì arrivano i tortelli direttamente dal ristorante Al Fondo (e, su ordinazione, anche gli Amor di Steckli). Ho scritto che è una bottega, sì, e penso che quella sia un’impronta spiccatamente borgotarese: camminando per il paese saltano all’occhio i negozietti e le botteghe che sembrano quelle di una volta. Sarò romantica, ma mi hanno strappato più di un sorriso. Sempre nel cuore di Borgotaro si trova anche la Pizzeria I Due Gatti, che molti parmigiani conoscono perché da qualche anno è approdata anche in città con due punti vendita in centro. La pizza dei Due Gatti è alta e super digeribile, io non potevo che provare la Valtaro, con funghi porcini e prosciutto crudo, abbinata a una birra Turris, prodotta proprio a Borgotaro.
Un altro ristorante che vi consiglio spassionatamente non è a Borgotaro ma a Strela, in mezzo al nulla, è il caso di sottolinearlo perché fa indiscutibilmente parte del suo fascino. Si tratta dell’Azienda agricola biologica Il Cielo di Strela, di Mario Marini che, sei anni fa, ha lasciato Parma per trasferirsi in Valtaro e coltivare il suo orto e, soprattutto, il suo progetto. Il ristorante ha aperto nel 2014, in cucina c’è Mario (diplomato ALMA), con cui chiacchierare è un piacere. Trasmette amore, trasmette passione. Così ogni piatto non è un piatto, ma una storia, la manifestazione edibile di ricerca e contaminazione. Le materie prime sono locali, Mario, oltre a coltivare i suoi ortaggi, alleva galline e mucche e produce salumi: tutti, ci tiene a dirlo, tranne il prosciutto, perché lui arriva dalla Bassa e si attiene alle tradizioni. Al Cielo di Strela, poi, si può anche dormire, il ristorante è aperto venerdì e sabato per cena e domenica a pranzo, prenotazione telefonica obbligatoria.

Ca'Cigolara
Amache - Ca'Cigolara

DORMIRE

Per quanto mi riguarda, penso che una buona parte della sensazione di benessere che mi sono portata a casa dopo il week end derivi dai panorami. Essere perennemente circondati da verde abbagliante e cieli veloci è un regalo, un inno alla vita e non sono affatto abituata a svegliarmi nel silenzio, ad aprire la finestra e vedere colline che si accavallano all’infinito. In Valtaro è stato così. Ho dormito al B&B Rose e Cioccolato, che prima di essere un bed&breakfast è una bella storia di cambiamento. Lory e Roberto sono milanesi, di Milano conservano ancora l’accento, il modo di fare e la gioia di godersi un aperitivo in compagnia prima di cena. In Valtaro però ci vivono da nove anni, hanno lasciato la città definitivamente per trasferirsi a Brunelli, cinque minuti più su di Borgotaro. Non c’è niente: tre case, una chiesa, qualche gallina, cavalli e moltissimi gatti. Molto diverso dalla vita di prima, che però a loro non manca per niente. Adesso gestiscono Rose e Cioccolato e sono felici, Lory nella sua vita precedente era una traduttrice e di quel lavoro ha mantenuto l’amore per la letteratura; nella sua vita attuale è invece una pasticciera bravissima con un forno inglese che funziona 24 ore su 24. Dormire nel b&b di Lory vuol dire svegliarsi con una colazione superlativa a base di dolci di tradizione britannica: muffin, torte, pane integrale e marmellate. Tutto fatto in casa, da lei. Oltre a Lory e Roberto nel b&b vivono anche le loro due figlie (quando non sono negli Stati Uniti), 2 cavalli, 8 cani e 8 gatti. A me è sembrato il paradiso.

Se però siete amanti non dico dell’avventura, ma della assoluta libertà, a poca distanza da Borgotaro c’è un agricampeggio da rimanere a bocca aperta. Si chiama Ca’Cigolara come la località che lo ospita ed è un luogo decisamente speciale, appollaiato su una collina, al confine con l’oasi dei Ghirardi, del WWF. A Ca’Cigolara si dorme in tende yurta. Si tratta di tende mongole fatte fare apposta in Mongolia da Simona e Diego, altri due milanesi che qualche anno fa hanno rinunciato senza sensi di colpa a caos e nebbia per trasferirsi in Valtaro. Le tende sono 9 (ospitano 3, 4 e 6 persone per un totale di 39 posti letto) e l’agricampeggio è aperto tutto l’anno. La colazione si fa nella ex stalla adibita a spazio comune, si sta tutti insieme mangiando i prodotti della terra di Ca’Cigolara, a pranzo ognuno può gestirsi come preferisce, ci sono anche le griglie, la libertà è totale; per cena ci si ritrova di nuovo insieme intorno a una tavola grande, come una volta. D’estate, poi, la sera si può rimanere fuori, intorno al falò, con una chitarra, l’infinito tinto di buio e tante di quelle stelle da perdere la testa. È un posto speciale, che pochi ancora conoscono. Ci sono animali, frutteti, campi di lavanda e una pineta piena di amache, per leggere nel silenzio.

Bedonia
Biblioteca di Bedonia
Interno Castello di Compiano

VISITARE

Non ho ancora sottolineato un aspetto fondamentale: dimenticatevi del caldo. Dimenticatevi i 35 gradi urbani appiccicosi e umidi, in Valtaro c’è fresco. Si sta bene. Si respira. Si passeggia senza avere l’affanno. E di passeggiate, credetemi, se ne fanno tante. Oltre a quelle più avventurose, al trekking, alle gite in bicicletta su per i monti, si può scegliere anche di muoversi lentamente, al ritmo dei borghi. Ed è quello che ho fatto io, scoprendo curiosità e scorci che sono felice di consigliarvi. Intanto sarà la vicinanza con la Liguria, ma le case color pastello qui non mancano. A Bedonia, per esempio, camminando per il piccolo e grazioso centro storico, vedrete un alternarsi di case strette e alte color rosa, azzurro, giallo, verde. Da aspettarsi di trovare il mare da un momento all’altro. Purtroppo no, il mare non c’è, ma se siete amanti di cielo e stelle, siete a cavallo. All’interno del Seminario Vescovile, oltre a un museo archeologico davvero interessante, un museo di storia naturale che racconta flora e fauna della Valtaro e una notevole quadreria, c’è un piccolo planetario in attività. Vengono organizzati incontri e momenti divulgativi alla scoperta dell’universo e non solo all’interno del planetario, ma anche all’esterno, sui monti, dove il cielo, davvero, sembra di sfiorarlo con la punta del naso. Ma non è finita, il Seminario Vescovile di Bedonia è stato veramente una sorpresa: ospita anche una biblioteca antica con più di 12000 volumi (molti addirittura risalenti al Cinquecento) conservati magnificamente. Da Bedonia poi spostatevi a Compiano per visitare il castello. Imponente e maestoso, domina la valle, solitario. Fino alla metà degli anni Ottanta è stato abitato dalla Marchesa Raimondi Gambarotta, una pazza furiosa meravigliosa e affascinante, un personaggio da romanzo che avrei davvero voluto conoscere. Negli anni Sessanta dopo un lungo viaggio in Argentina, dove aveva perso il marito, è tornata in Italia e ha comprato due castelli: quello di Zoagli e quello di Compiano, dove ha poi passato la sua vita. Viveva da sola circondata da animali e oggetti assurdi e appariscenti, cimeli dei suoi tanti viaggi. Aveva pensato alla sua casa come a un museo e infatti passeggiando per le diverse stanze si osservano tappezzerie sgargianti, statuette e ninnoli esotici, specchi, altari buddisti, fotografie ancora sui tavolini, a raccontare tutta una vita. Come ogni maniero che si rispetti, poi, anche il Castello di Compiano ha il suo fantasma, che non è però quello della Marchesa. Si mormora che lo spirito di una ragazza di nome Giulia si muova tra le stanze del castello e che di notte suoni il pianoforte. Chissà se è una leggenda, potete scoprirlo visitando il castello oppure dormendo lì, visto che è anche struttura ricettiva.

Insegna negozio Bedonia
Castello di Compiano
Lavanda Ca'Cigolara

La Valtaro vale la pena di essere visitata in qualsiasi stagione. Personalmente penso che in autunno sia spettacolare, tutta tinta d’oro e arancio; l’autunno inoltre è anche un ottimo momento per mangiare i funghi, sovrani incontrastati della cucina valtarese. Le iniziative organizzate sono tante, ogni week end abbondano fiere, sagre e manifestazioni. Vi rimando al sito del Turismo Valtaro per rimanere aggiornati. Un appuntamento sicuramente interessante è il premio letterario La Quara, che si svolgerà il 25 agosto e, a seguire, il Festival delle Bollicine, per le strade del Borgo. Insomma, i motivi per visitare la Valtaro non mancano, c’è anche un mercatino dei libri letti organizzato dalla biblioteca comunale di Borgotaro dove si possono trovare moltissimi volumi a offerta libera. La differenza, però, la fanno le persone. Nei due giorni che ho passato lì ho ricevuto sorrisi sinceri, ascoltato storie, fatto brindisi su brindisi perdendomi in chiacchiere per ore. Non capita sempre di sentirsi accolti e messi a proprio agio e in queste terre invece fa parte del patrimonio locale, così come quei panorami straordinari e quei piatti indimenticabili.

Se volete guardare (o riguardare) le Stories dei miei giorni in Valtaro per vedere ancora meglio di cosa sto parlando, le trovate tra i contenuti in evidenza nel mio profilo Instagram 

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