A trentanni si può

Recentemente, è cambiato tutto. Volevo che settembre mi sorprendesse con una svolta, e così è stato. È un giro di giostra positivo, di quelli da coriandoli e stelle filanti, farfalle nello stomaco e occhi a cuoricino. Durerà? Non durerà? Nessuno lo può dire, quindi io nel dubbio mi godo la soddisfazione. Detto questo, quello che mi attanaglia dentro è che non scrivo più. Pensavo che la tristezza aiutasse, invece no; allora sono ricorsa alla felicità, niente neanche lei. E mi dispiace, molto. Tornerà, penso, spero ogni giorno. E sono qui che aspetto più o meno fiduciosa.

Tutto questo preambolo per dire che spesso mi crogiolo nella scrittura altrui. Me ne sto beata nelle frasi degli altri. Per questo motivo qualche mese fa, in preda a un moto di invidia e di ammirazione, ho pensato di organizzare la presentazione del primo libro di un mio coetaneo. In realtà è più giovane, ma di poco, così lo butto prematuramente nel calderone degli enta, ove io già risiedo. Lui, comunque, questo quasi trentenne, si chiama Giorgio Damato e, appunto, ha scritto un libro che si intitola Mastica bene che stanno le spine. Di cosa parla, parla di noi, trentenni scalcagnati, a tratti sfigati e superficiali, ma anche gonfi di belle speranze. Perché siamo belli, noi trentenni, nonostante tutto. Anche se ci sentiamo un po’ ventenni ma abbiamo le incombenze dei quarantenni. Nonostante questo pattume su cui ci muoviamo e nonostante i cieli plumbei sui quali ci affacciamo, siamo belli. Io ci credo in noi, fermamente, nonostante tutto.
Possiamo cambiare il mondo? Forse. E un libro, nel suo piccolo, penso che ne sia la prova.

Penso che siamo una generazione nuova, spero unica. E dico lo spero, per le generazioni a venire. Fatto sta che qualche merito ce lo dovremo pur prendere, con tutto il carico di fantasia che ci tiriamo dietro. E un libro, ancora una volta, ne è la prova. Un librino fatto di poesie senza metrica. Mi sono immaginata mondi (immaginari) dietro ad ogni parola, facce, espressioni, panorami inquinati. Mi sono un po’ rivista, anche. Per questo penso sia doveroso riconoscere i meriti.

E poi perché scrivere è per i coraggiosi.

Così, arrivata a questo punto, la presentazione ci sarà. Piccola e delicata come questo libro. Un cin cin letterario a noi trentenni, un incoraggiamento per una volta non digitale (e sì, lo urlo dal mio blog), un essere reali e sempiterni, almeno per iscritto.

Da un_type, la co-creative gallery delle meraviglie, sabato 24 settembre alle ore 18.30

ps: chi è lui? Lui è questo qua: giorgiodamatosenzapostrofo.com

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