Il mio libro dell’estate

Mentre ero in vacanza lo scorso agosto ho letto un libro stupendo. Si intitola Dove l’aria è più dolce, l’autrice è Tasneem Jamal ed è stato pubblicato proprio quest’anno da Nuova Editrice Berti. L’ho divorato e amato dal profondo del mio cuore. È una storia intensa e tenera, di crescita e cambiamento. Di vita. Ho aspettato tanto a scriverne perché mi mancava il coraggio, la materia è tanta e complessa: è la vita, appunto, ciò che di più assurdo può esistere. Non voglio svelare niente, ma solo accennare a quello che succede tra le pagine meravigliosamente scritte di questo libro, che percorre un momento orribile della storia recente raccontando con delicatezza la storia di una famiglia. Di Raju che nel 1921 parte dall’India verso l’Uganda, dove mette il seme per un futuro che costruisce con fiducia e sudore insieme alla moglie, ai figli e ai nipoti. La complessità dell’esistere in un luogo lontano, trasformare in casa un orizzonte sconosciuto ma che diventa familiare e amico, insostituibile, ad un certo punto.
All’inizio del secolo scorso molti indiani si sono trasferiti in Uganda per cercare una vita migliore, nel corso degli anni si è creata una forte comunità finché, nel 1972, il dittatore Idi Amin ha espulso in 90 giorni gli 80000 indiani residenti nel territorio ugandese. Case confiscate, conti congelati, storie distrutte e calpestate. Nel suo romanzo d’esordio Tasneem Jamal – che ora vive in Canada, ma è nata in Uganda da famiglia indiana – racconta gli anni che vanno dal 1921 al 1975 attraverso le vicende della famiglia di Raju: le gioie, i lutti, gli umori che costellano l’esistenza di più o meno chiunque, nella tranquillità o abitudine che faticosamente costruiamo e che, in questo caso, subisce un cambiamento di rotta potente e doloroso. Nel suo romanzo Tasneem Jamal tratta la sofferenza, la disperazione, ma anche l’amore che – e non è mai scontato – dimostra di essere l’unica forza propulsiva in grado di salvare ogni cosa e di regalare il coraggio necessario alla sopravvivenza.

Mentre vi consiglio questo romanzo, ne approfitto per introdurre alcune delle novità autunnali della Nuova Editrice Berti, una piccola casa editrice che amo molto, specializzata in classici inediti di letteratura straniera e riscoperte di grandi scrittori (è un luogo bellissimo, ne avevo parlato anche su Jesuislevoyeur). Proprio durante il mese di ottobre sono previste tre uscite. La prima è una riedizione de L’isola del Dottor Moreau, il romanzo fantascientifico di H.G. Wells uscito per la prima volta nel 1896 e tradotto in questa nuova pubblicazione da Silvia Lumaca. Uno dei motivi per cui sono rimasta tanto colpita da questa casa editrice è la cura delle traduzioni; infatti anche nel lavoro di “recupero” (ma sarebbe più corretto parlare di riscoperta) dei classici, viene messa un’attenzione precisa nel lavoro di traduzione e quindi, in questo caso, di attualizzazione per una comprensione e un avvicinamento maggiore al nostro presente. E in questo lavoro di riscoperta, rientrano anche riedizioni di piccole delizie, come i libri di Beatrix Potter, riportati alla loro magia originale. In previsione del Natale, infatti, sta per uscire Lo scoiattolo Timmy Tiptoes. Del tutto diverso sarà invece Vicino Oriente – da Aleppo a Mosul, tratto dal diario di viaggio di Gertrude Bell, donna affascinante, avventuriera, archeologa e agente segreto che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento ha girato il mondo con la voracità dello studio e della scoperta. Questo in particolare è un viaggio sociale e antropologico, che affonda nelle radici di un’attualità che ci sta molto vicina. Come sempre, per capire il presente è meglio buttare un occhio al passato.
Anche per il 2018 ci sono tante novità in preparazione, molte incentrate su autori contemporanei, ma a quelle arriveremo quando sarà il momento. Io aspetto trepidante e nel frattempo rinnovo l’invito a conoscere questa piccola ma davvero incantevole realtà parmigiana.

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