I miei primi libri del 2018

Sono sempre impaziente e ingorda quando si parla di libri. Ne vorrei leggere sempre di più ma poi, si sa, una vita sola non basta per leggere tutti i libri che vorremmo. Io però me ne infischio e continuo con la mia bulimia libresca, sperando di appassionarmi sempre tantissimo ad ogni storia. Purtroppo non è sempre così, ma credo che sia giusto fare il tentativo e riporre fiducia in ogni testo che incontriamo. Mi sembrano tutti mondi possibili, dimensioni parallele nelle quali vorrei muovermi. Così sono partita carichissima e, anche se il 2018 è già iniziato da un po’, ho un piccolo elenco di storie da consumare (o che nel frattempo ho già consumato) che ho scelto come compagnia per questi primi mesi dell’anno. Tutto questo subirà di sicuro trasformazioni, rimarrò vittima di nuovi entusiasmi che devieranno il percorso, ma, intanto, ecco qualche titolo che può comunque servire da ispirazione.

  • Heather, più di tutto – Matthew Weiner (Einaudi, 2017)
    Gli appassionati di serie tv avranno riconosciuto il nome dell’autore. Per i non appassionati specifico invece che si tratta del creatore di Mad Man, pluripremiato e pluriacclamato. Solo che qui non si parla di TV, ma di un romanzo vero e proprio, il primo per Matthew Weiner. Si tratta di un romanzo noir, breve (110 pagine) ma estremamente intenso e dettagliato dove si concentrano grandi sentimenti e problematiche più che attuali, il tutto intessuto nelle vicende di una famiglia borghese e di un uomo apparentemente senza speranza. Due esistenze viaggiano parallele e sembra impossibile che possano incontrarsi, ma, allo stesso tempo, è chiaro fin dall’inizio che invece succederà e che non si tratterà sicuramente di un evento positivo. È un libro veloce ma dell’attesa, dove sta per succedere qualcosa. Che poi succede. E non ci si crede.
  • Hisory of a pleasure seeker – Richard Mason (per l’Italia Einaudi, 2011)
    La traduzione del titolo in italiano è Alla ricerca del piacere e a me, onestamente, non piace. Penso che dia una sfumatura porno soft e appiattisca molto l’impressione che si può avere di questo romanzo che tratta sì della ricerca del piacere, ma non in maniera superficiale come, secondo me, si desume dal titolo tradotto. Il protagonista è Piet Barol, un giovane tanto bello e affascinante quanto povero, che cerca fortuna nella Amsterdam dei primi del ‘900. Troverà lavoro presso una famiglia benestante dove si intrecceranno dinamiche e sotterfugi, segreti più o meno sconci di cui Piet diventerà il perno, amato ma anche guardato con sospetto. Certo, non è una storia particolarmente avvincente, ma appassiona. È difficile riuscire a inquadrare fino in fondo Piet e ci si trova spesso a interrogarsi su chi dei tanti personaggi che abitano il romanzo si sia fatto la giusta impressione su di lui, che usa il piacere e il fascino per farsi strada.
  • Il respiro della notte – Richard Mason (Codice Edizioni, 2017)
    Il seguito di Alla ricerca del piacere, ma anche no. In effetti il protagonista di Il respiro della notte (in questo caso l’adattamento del titolo è estremamente poetico e azzeccato, a me piace più del titolo originale che è Who killed Piet Barol?) è lo stesso del romanzo precedente, ma sono due storie che possono essere lette in qualsiasi ordine, tanto sono diverse. Siamo in Sud Africa nel 1913 e Piet Barol ha abbandonato l’Europa per avventurarsi nella foresta africana, non per seguire nobili principi, ma per questioni meramente economiche. È un romanzo avventuroso, che tratta temi sempre attuali, come il colonialismo ma affrontato dal punto di vista della diversità culturale. Curiosità: l’autore ha scritto questo romanzo interamente con la macchina da scrivere e per lui si è trattato di un ritorno alle origini (Richard Mason è nato in Sud Africa) oltre che di un’enorme e lunghissimo lavoro di ricerca che lo ha portato a vivere nei luoghi in cui è ambientata la storia.
  • Vicino Oriente – Da Aleppo a Mosul – Gertrude Bell (Nuova Editrice Berti, 2017)
    Gertrude Bell è stata una donna di grande cultura, un’avventuriera, archeologa, spia, scrittrice, fotografa di origine britannica che ha vissuto e raccontato le terre del vicino oriente all’inizio del ‘900, riportandole così agli occidentali. In questo suo diario risalente al 1911 – tradotto per la prima volta in italiano – ripercorre il viaggio da Aleppo a Baghdad e poi fino a Mosul e racconta paesaggi, usi e costumi e, soprattutto, la trasformazione di un popolo. Utilissimo per affrontare e comprendere anche il nostro bislacco presente.
  • Basil – Wilkie Collins (Fazi Editore, 2017)
    Da amante della letteratura inglese ottocentesca non posso certo farmi scappare questo romanzo del mio adorato Wilkie Collins, di cui porto nel cuore soprattutto La donna in bianco. Basil è un romanzo di ridotte dimensioni per gli standard del caro Wilkie visto che in effetti non arriva neanche a 300 pagine ma assolutamente dense di misteri, colpi di scena e grandi emozioni. Basil è la storia di un errore fatale fatto per amore e verte soprattutto sul rapporto padre-figlio. Si tratta del secondo romanzo di Wilkie Collins che, per i temi forti e – per l’epoca – anche scabrosi, ha creato grande scandalo.
  • Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli – Alan Bradley (Sellerio, 2009)
    Chicca assoluta per gli amanti dei gialli, ma anche per chi ha un debole per la letteratura inglese. In verità Alan Bradley è canadese, ma le avventure della giovane Flavia si svolgono in una umidissima Inghilterra degli anni ’50. Undicenne di origini nobili, scaltra, chimica in erba e con una passione per Sherlock Holmes, Flavia de Luce inciampa in un cadavere proprio nel campo di cetrioli sotto alla sua finestra e, senza subire il minimo turbamento, decide in gran segreto di indagare le cause di questo mistero. Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli è il primo di una serie di sei romanzi che vedono protagonista questa bizzarra quanto tenera ragazzina e che meritano assolutamente di essere letti.
  • A misura d’uomo – Roberto Camurri (NN editore, 2018)
    Il romanzo di esordio di Roberto Camurri che, per svariate ragioni, aspettavo da mesi e che è finalmente uscito con NN Editore. In questa lunga attesa c’è stata una frase che Roberto ha ripetuto di fianco a quasi ogni foto postata sui social network: l’angoscia che dà una pianura infinita. È una citazione, l’ha presa da Guccini, ma poi quando inizi a leggere A misura d’uomo eccola lì, l’angoscia della pianura, e allora capisci tutto. È un romanzo di racconti, di quadri intrecciati, tutti ambientati a Fabbrico, paesino nel reggiano dove si alternano vite e vicende, dove le persone sono personaggi portatori di quotidianità e materia viva.

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