Lubiana delle meraviglie

Che scoperta pazzesca, Lubiana. Avevo il sospetto che mi sarebbe piaciuta. Avevo annusato il fascino della capitale slovena già prima di partire, ma non riuscivo a immaginarmela del tutto. Infatti, arrivare è stata una sorpresa. Sono stata accolta dal sole, un sole caldo, terso, sincero. Un accenno di primavera e i colori pastello che dipingono la città erano più vanitosi che mai, con quella luce. Io invaghita, da subito. Mi basta poco. Un po’ di luce riflessa, tavolini lungo il fiume, persone sorridenti, edifici eleganti ma non sfarzosi. Vita che si muove da una sponda all’altra, attraversando ponti o esplorando dal basso, dall’acqua, con il battello.

Il centro è pedonale, nessuna auto, l’aria è pulita e si sente; le persone passeggiano, non c’è caos, è tutto arioso, le strade si alternano alle piazze, i vicoli sono pieni di sorprese, continuamente. A Lubiana non ci si può distrarre perché ovunque c’è un segreto raccontato da incisioni, statue, installazioni. Ci sono scorci impazienti di essere scovati e scoprirli è una meraviglia, i dettagli impreziosiscono sempre e questa città così minuta, così deliziosa, è tutta un gioiello incastonato nella storia. Il castello è una corona che la domina dall’alto, le dà un aspetto ulteriormente regale, come fosse una principessa bambina dalle guance rosa. Lubiana si passeggia che è un piacere, tra stradine strette, palazzi art nouveau imponenti e trionfanti, dai colori sgargianti, graffiti e bancarelle del mercato. Nei mesi caldi, poi, ogni venerdì per tutto il giorno c’è un grande mercato del cibo all’aperto, dove assaggiare le specialità in riva al fiume. Io in questo sono stata sfortunata, non era ancora periodo. Ma ho comunque trovato posticini adorabili, sia dove mangiare e bere qualcosa, che dove comprare piccoli oggetti di design. È tutto un po’ hipster. Premetto.

FOOD

  • Robba
    Localino adorabile in una delle strade più centrali. I muri sono decorati con motivi geometrici rosa, legno e bianchi. C’è una bella luce. Ha un sapore spiccatamente nordico e non si mangiano piatti tipici, ma si sta comunque bene. È accogliente e piacevole, anche solo per un caffè.
  • Pritlicje
    Esattamente di fianco a Robba, è un bar, ma anche ristorante e anche discoteca. Tutto in uno. C’è anche un angolo libreria. Piantine ovunque, frequentazioni giovani, muri scrostati, sedie in formica, piatti colorati, cocktail giusti e birrette. Capito il genere, no?
    A me è piaciuto ovviamente un sacco.
  • Tozd
    Non che mi abbia fatto impazzire, ho fatto un tentativo di colazione e il cappuccino era annacquato e senza schiuma. Ma vabbè. Il locale è piccolo ma molto carino e modaiolo; mattoncini a vista e biciclette appese, per intenderci. Fuori i tavolini sul fiume, come tanti, se non tutti, i locali di Lubiana. Non l’ho testato per pranzo ma pare che le zuppe siano il loro piatto forte, preparate con ingredienti a KM0.
  • Pop’s Place
    Difficilmente faccio la schizzinosa quando si parla di hamburger, ma devo dire che quelli di questo ristorantino affacciato sul fiume mi sono piaciuti davvero molto. Per non parlare delle patatine, mia indecente passione. Evviva Pop’s, ci tornerei domani. E anche dopodomani.
  • TaBar
    Tapas e vini locali. Mi sembrava un ottimo connubio, e infatti non mi sbagliavo. Ho assaggiato ricette originali a prezzi più che onesti e brindato con un bianco sloveno che ho amato, pur non capendoci niente di vini, lo ammetto. Un modo diverso e informale per assaggiare la nuova cucina di Lubiana.
  • Lolita
    Pasticceria tutta rosa. Seriamente. C’è la panna, ci sono i cake pops, ci sono porzioni di dimensioni immorali. Superato l’ostacolo delle coperte di peluche fucsia è tutta discesa, lo giuro. Merita un pit stop ipercalorico.
  • Bazilika Krizanke
    Ristorante/cafè con proposte healthy. Ci sono andata per colazione, due volte. Il menù è abbondante, ma in realtà non c’è davvero tutto quello che propongono. Non mi è chiaro se la disponibilità vada in base all’umore, forse sì. Di Lubiana ho capito che i ritmi sono lenti e disordinati, i camerieri un po’ svampiti, ma gentili. Qui ho assaggiato banana bread, toast con burro d’arachidi, banana, miele e cannella (che è poi diventato la mia nuova droga), panino al formaggio e salsa non ben identificata e non mi ricordo cos’altro. A colazione abbondo, sempre e comunque. E da qui sono uscita con la pancia piena.

SHOPPING

Non farò una lista dettagliata, rimarrò sul generico perché molti negozi sono in realtà simili. Oltre alle grandi catene, che sono concentrate in un’unica zona della città dove si trovano anche i grandi magazzini, la maggior parte dei negozi sono piccoli e indipendenti. Molti vintage shops, negozi di vinili e librerie ma, soprattutto, negozietti di design, che uniscono creazioni di artisti locali a marchi internazionali soprattutto nordici (Hay, Ferm Living, Bloomingville, House Doctor, Donna Wilson,…). Niente di troppo originale, ok, ma questi negozietti accoglienti, luminosi e pieni di ghirlande, lavagne e lucine sono sempre piacevoli da trovare, almeno per me. Onestamente poi sono rimasta piuttosto stupita perché non mi aspettavo tutta questa passione per il design, c’è anche un museo di arti grafiche (nel parco di Tivoli) che merita una visita.
I negozi che ho incontrato si chiamano Gud, Trgovina Ika, Babushka, Smile. Ci sono poi botteghe e botteghe di cioccolata, declinata in modi diversi e deliziosi. C’è una tipografia che è anche minuscolo museo e negozio dove si trovano quaderni, stampe, poster dal sapore artigianale. Si chiama Tiporenesansa e la luce è soffusa. C’è Anselma, che purtroppo non sono riuscita a vedere, ma è uno spazio creativo dove si affittano tempo e postazioni. Come una palestra, ma per la fantasia. C’è il mercato, tutti i giorni (credo) nel cuore della città vecchia e il mercato delle pulci, ogni domenica, che si allunga fino alle prime strade del centro. Ci sono poi gallerie d’arte, di fotografia, piccoli studi ramificati nei tanti borghetti. Non sono entrata ovunque, ma diciamo che l’amore per l’arte si respira pressoché dappertutto.

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